Pubblicato il: 11/05/2018
Un cervello con segnali di stimolazione transcranica

Un cervello con stimolazione transcranica - Foto tratta dal sito Pixabay

Un nuovo studio di Università Statale, Ospedale Santi Carlo e Paolo e Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano – pubblicato sul Journal of Creativity Research – apre prospettive importanti per migliorare le prestazioni cognitive nei soggetti affetti da demenza e getta nuova luce sui meccanismi alla base dell'intuito.

Guidato da Alberto Priori, docente di Neurologia presso il Centro "Aldo Ravelli" per le Terapie Neurologiche al dipartimento di Scienze della Salute dell’Università Statale, lo studio ha utilizzato la tDCS (transcranial Direct Current Stimulation), una tecnica indolore e non invasiva molto nota nel trattamento di disturbi neuropsicologici, evidenziandone gli effetti di potenziamento sui processi creativi, utili non solo a chi fa dell'arte il proprio mestiere, ma anche a tutti gli esseri umani chiamati a elaborare e trovare soluzioni ai problemi della vita quotidiana.

In particolare, il gruppo di ricerca ha applicato, per qualche minuto, debolissime correnti elettriche della transcranial Direct Current Stimulation sul cuoio capelluto in corrispondenza del lobo temporale di 31 soggetti normali, rilevando un aumento del 20% della capacità di trovare soluzioni intuitive a problemi (il cosiddetto insight) attraverso il test delle Associazioni Remote (RAT). Diversamente, la stimolazione tDCS finta (placebo) o applicata nel corso dell'esperimento su una diversa area cerebrale non produceva alcun effetto.

 

"Il nostro studio – osserva Fabiana Ruggiero, una delle giovani ricercatrici del team coordinato dal professor Priori – è il primo nel suo genere e ha approfondito l'aspetto del processo creativo legato al pensiero convergente, ovvero quel momento esatto in cui l'intuito genera un nesso associativo, "Eureka!", dimostrando come questo possa essere modulato tramite la tDCS".

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