Pubblicato il: 21/02/2018
Elica del DNA con sagoma umana

Elica di DNA con sagoma umana - Foto tratta da Pixabay

La rivista Nature Genetics pubblica una ricerca del consorzio mondiale "1000 bull genomes project", di cui l'Università Statale è membro, che identifica le basi genetiche comuni tra uomo, cane e bovino che regolano la statura.

A rappresentare l'Università Statale nella ricerca appena pubblicata è Alessandro Bagnato, docente di Zootecnica generale e Miglioramento genetico al dipartimento di Medicina veterinaria e coordinatore delle attività di ricerca sull'applicazione degli strumenti genomici negli animali in produzione zootecnica nell'ambito di progetto "Quantomics", finanziato dal 7° Programma Quadro dell’Unione Europea.

Utilizzando le sequenze complete del genoma di 1.147 tori e le misure di altezza al garrese di più di 58 mila soggetti appartenenti a 17 diverse razze bovine, il team di ricerca ha identificato 163 regioni del genoma associate alla statura degli animali, evidenziando quindi che la componente genetica che controlla la statura nella specie bovina è per larga parte comune a quella che controlla i caratteri dimensionali nell'uomo e nei cani.

In particolare, la ricerca ha dimostrato che la statura è controllata geneticamente da un numero sorprendente di geni e che la complessa architettura genomica che regola la statura nelle razze bovine è molto simile a quella dell'uomo.

Lo studio, inoltre, ha evidenziato che le varianti genetiche che influenzano la statura sono state soggette a selezione fin dalla domesticazione e dalla formazione delle razze bovine.

Il lavoro pubblicato è parte di una serie di ricerche sul genoma bovino che solo un consorzio di forti dimensioni internazionali può sviluppare, come la recente azione internazionale FAANG (Functional Annotation of Animal Genome), in cui anche l'Università Statale è impegnata, e che ha l'obiettivo di individuare le regioni genomiche attive negli animali in produzione zootecnica.

La conoscenza delle basi genomiche legate a caratteri di resistenza alle malattie, di adattamento ai cambiamenti climatici e a caratteristiche di efficienza produttiva è un tema strategico delle ricerche finanziate dall'Unione Europea anche nell'ambito del programma Horizon 2020, perché risponde alla sfida riguardante la produzione di alimenti per la specie umana che nel 2050 ci si aspetta sia di 9.7 miliardi di persone (fonte ONU, 2015) e che vede nella genetica applicata alla zootecnica uno strumento d'impatto importante per le produzioni animali, così come sta avvenendo in genetica umana, dove le crescenti conoscenze stanno rivoluzionando le possibilità di applicazione terapeutica nell'uomo.

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