Pubblicato il: 22/06/2018
Due cigni

Due cigni - Immagine tratta dalla locandina del convegno

Si intitola "Human Criminology. Il pensiero criminologico e l'etnocentrismo, dalle teorie lombrosiane all'attualità" il convegno, promosso dall'Università Statale di Milano, che si terrà il 29 giugno, presso l'Aula Magna di Medicina legale di via Luigi Mangiagalli 37. Inizio alle ore 8.

Il convegno – promosso dal gruppo di Criminologia del dipartimento di Scienze biomediche per la salute, in collaborazione con le Società Italiane di Criminologia e di Medicina legale e delle Assicurazioni e l'Ordine degli Psicologi della Lombardia – riunisce criminologi, sociologi, psicologi, giuristi e medici per attivare una riflessione multidisciplinare sul ruolo della criminologia di fronte a eventuali episodi di violenza dal contenuto xenofobo.

La storia, neppure tanto lontana, racconta di crimini di drammatica portata basati su ideologie razziste, con interi popoli coinvolti sia in veste di autori che in quella di vittime.

Sull'interpretazione della criminologia di fenomeni nati e veicolati da pregiudizio etnocentrico è nato, all'interno della Società Italiana di Criminologia, il gruppo Human Criminology, che sarà tra l'altro presentato proprio in occasione dell'appuntamento del 29 giugno in via Mangiagalli.

Flussi migratori, problemi giuridici legati all'immigrazione e pregiudizio antisemita sono i temi di alcuni degli interventi di un convegno che vedrà anche la presentazione dei risultati di una ricerca, condotta dalla Cattedra di Criminologia dell'Università Statale, sulla reazione collettiva espressa attraverso i social media in risposta a specifici episodi dal contenuto xenofobo.

Attraverso tecniche di Social Media Intelligence (SOCMINT), il gruppo di ricerca ha raccolto 25.060 commenti apparsi su Facebook, Twitter e Youtube relativi a tre vicende: un caso in cui uno straniero uccide un'italiana, uno in cui un italiano uccide uno straniero e un terzo caso su un omicidio in cui autore e vittima sono entrambi italiani, rilevando, oltre a una certa violenza verbale, come il primo caso (con vittima italiana e sospettato straniero) è stato quello che attivato maggiori dinamiche interattive tra gli utenti nei diversi social media analizzati, seguito dal secondo caso, mentre con vittima e omicida italiani i volumi di interazione diventano i più bassi in assoluto. I ricercatori hanno quindi ipotizzato che che la presenza dell'elemento etnico-razziale nei primi due casi abbia determinato una maggior spinta relazionale degli utenti, portati a commentare, visualizzare, condividere e interagire.

Per partecipare, è richiesta la registrazione online.

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