Pubblicato il: 14/03/2017

Cell Metabolism pubblica un Essay dal titolo "Sex Differences: A Resultant of an Evolutionary Pressure?", a firma di Adriana Maggi e Sara Della Torre - farmacologhe dell'Università Statale di Milano - che dimostra, per la prima volta, come l'incidenza e il percorso delle patologie metaboliche differisca nei due sessi, e come nelle donne cambino in relazione alla fase riproduttiva.

L'Essay - raccogliendo i risultati di 10 anni di ricerche portate avanti dal team della professoressa Maggi e presso altri laboratori sul tema della Medicina di genere - aggiunge un tassello alla comprensione delle profonde differenze tra uomini e donne, legate non più e non solo ad aspetti socio-economici o culturali, ma anche e soprattutto a profonde divergenze biologiche e fisiologiche sviluppatesi durante l'evoluzione della specie.

Con la comparsa dei primi mammiferi sulla Terra circa 1,5 miliardi di anni fa, la pressione selettiva - esercitata da un ambiente generalmente caratterizzato da scarsità di cibo - ha permesso, nel corso dei millenni, la moltiplicazione solo degli organismi femminili in grado di adattare il proprio metabolismo energetico alle esigenze della riproduzione e dell'ambiente.

E così se gli organismi primitivi erano molto simili nei due sessi - le gonadi della femmina producevano uova e quelle del maschio cellule in grado di fecondarle - le femmine hanno invece cessato di deporre le uova da fecondare o già fecondate e gli embrioni hanno iniziato a svilupparsi nel grembo materno, dando poi origine a cuccioli nutriti sempre dalla madre per mezzo dell'allattamento.

Sotto pressione selettiva - spiega ancora l'Essay - è cambiato anche il funzionamento di organi e apparati diversi da quelli responsabili del controllo energetico e della riproduzione: i maschi e le femmine hanno, quindi, continuato a differenziarsi dal punto di vista fisiologico, creando due organismi funzionalmente molto diversi e sui quali le differenze culturali o socio-economiche giocano sempre più un ruolo non fondamentale.

Nel caso delle femmine, ad esempio, il sistema immunitario si è trovato ad affrontare la sfida di non attaccare e distruggere cellule con un patrimonio genetico diverso dal proprio; il sistema nervoso ha dovuto adattarsi per prendersi cura dei piccoli nati; il sistema cardio-vascolare ha imparato a "incassare" i continui stress legati ai cambiamenti di massa corporea dovuti alla gestazione; il sistema endocrino e ghiandolare hanno dovuto imparare a riconoscere le fasi terminali della gravidanza per iniziare a secernere il latte materno.

Le differenze fisiologiche e biologiche tra uomo e donna - conclude l'Essay - spiegano anche la diversa suscettibilità e risposta di maschi e femmine alle malattie e ai farmaci.

Tutte le patologie autoimmuni, tranne il diabete di tipo I, hanno maggiore incidenza nelle femmine, il rischio cardio-vascolare è più alto nei maschi che nelle femmine, solo quando queste sono nella fase fertile, la soglia del dolore è diversa nei due sessi, le malattie epatiche si scatenano nella donna dopo la menopausa, mentre, nel caso del metabolismo dei farmaci, basti pensare alla messa a punto da parte delle femmine di innumerevoli strategie per il metabolismo epatico di tutti i prodotti di scarto prodotti dal feto e dalla placenta durante la gravidanza.
"Chi fa ricerca dovrebbe avere una visione più olistica delle differenze tra maschio e femmina - affermano le due autrici dell'Essay -. Gli studi di Medicina di genere non devono essere il risultato di una fredda serie di osservazioni comparate, ma devono prendere in considerazione gli aspetti evolutivi che hanno dato una morfologia e delle funzioni così diverse nei due sessi".

Per informazionI
Università degli Studi di Milano
Dipartimento Scienze farmacologiche e biomolecolari
Prof.ssa Adriana Maggi
adriana.maggi@unimi.it

Dott.ssa Sara Della Torre
sara.dellatorre@unimi.it