Pubblicato il: 14/09/2016

La rivista Atmospheric Chemistry and Physics pubblica uno studio condotto da Veronica Manara, giovane dottoranda di Scienze ambientali all'Università Statale di Milano, che monitora per la prima volta la radiazione solare in Italia negli ultimi 55 anni.

Lo studio - condotto in collaborazione con ETH di Zurigo, ISAC-CNR, Aeronautica Militare e IPE-CSIC di Saragozza - rappresenta una novità assoluta poiché prima non era disponibile nessuna informazione sull'evoluzione temporale della radiazione solare sul territorio italiano.

Analizzando una ampia base di dati di radiazione solare raccolti in decine di osservatori disseminati sul territorio italiano, la ricerca ha rilevato una significativa decrescita nel corso degli anni '60, '70 e della prima metà degli anni '80 del '900, a cui ha fatto seguito una netta inversione di tendenza, con una forte crescita negli ultimi 25-30 anni.

Questo andamento riflette quello delle emissioni inquinanti, e dei conseguenti provvedimenti adottati negli ultimi 30 anni per il controllo delle stesse: la trasparenza della nostra atmosfera alla radiazione solare è migliorata così sensibilmente che anche aree caratterizzate tradizionalmente da un'elevata torbidità atmosferica, come per esempio il bacino padano, si siano progressivamente trasformate in aree in cui, grazie alla minore presenza di particolato atmosferico, la radiazione solare riesce ad attraversare maggiormente l'atmosfera.

"Tra le molteplici conseguenze positive - commenta Maurizio Maugeri, professore del dipartimento di Fisica della Statale - si segnalano un netto miglioramento nella visibilità orizzontale, la disponibilità di maggiori risorse per il settore energetico e agro-forestale e un miglioramento nel tono dell'umore delle persone. L'aspetto negativo più rilevante consiste invece nel fatto che la crescente trasparenza atmosferica ha probabilmente prodotto un'accelerazione del riscaldamento del clima negli ultimi decenni, anche se per quest'ultimo aspetto sarebbe forse più corretto dire che era stata la precedente crescita dell'inquinamento da particolato atmosferico a produrre un mascheramento del riscaldamento. Nel momento in cui le concentrazioni di particolato atmosferico si sono ridotte, oltre al riscaldamento dovuto alle emissioni di biossido di carbonio e di altri gas-serra, si è aggiunto anche il riscaldamento dovuto al venir meno di questo mascheramento".

Maggiori dettagli nel comunicato dell'Ufficio Stampa.
 

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