Pubblicato il: 26/10/2016

Quale ruolo gioca normalmente il sistema nervoso nella genesi della consapevolezza corporea? E quali processi generano sensazioni illusorie che possono influire sui movimenti volontari di un arto come la mano?
Se lo sono chiesti Francesco della Gatta, dottorando della scuola in "Philosophy and Human Sciences" dell’Università degli Studi di Milano, Francesca Garbarini, ricercatrice del dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, e i loro collaboratori che hanno portato a termine uno studio - pubblicato su eLife – partendo da una manipolazione sperimentale chiamata "illusione della mano di gomma" in grado di produrre temporaneamente in persone sane un fenomeno simile alle alterazioni di percezione della propria consapevolezza corporea.

Guardare una mano di gomma che viene toccata contemporaneamente alla propria mano nascosta alla vista, genera in molte persone l'illusione sensoriale che il tocco sentito (sulla propria mano) provenga dalla mano di gomma; ciò crea la sensazione che la mano artificiale sia diventata parte del proprio corpo, mentre la vera mano viene lasciata in uno stato di "abbandono", come se venisse esclusa dalla propria esperienza per lasciare il suo posto a quella "nuova".

Gli esperimenti condotti nel laboratorio di Neurofisiologia Umana del dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano, diretto da Paola Borroni, si sono avvalsi della stimolazione magnetica transcranica (TMS) - una metodica non invasiva usata per lo studio dell’attività funzionale della corteccia cerebrale - l’area corticale deputata al controllo dei movimenti della mano è stata investigata in un gruppo di volontari.

Ciò che i ricercatori hanno scoperto è che quando un individuo percepisce illusoriamente la mano finta come parte del proprio corpo, lo stato di eccitabilità dell’area corticale della mano reale diminuisce, cioè quest’area è temporaneamente meno pronta ad attivarne i muscoli. Questa osservazione conferma l’ipotesi secondo cui la mano temporaneamente "abbandonata", che non appartiene più al proprio corpo perché sostituita da quella di gomma dal punto di vista sensoriale, non appartiene più al corpo anche dal punto di vista motorio.

Un risultato molto interessante che contribuisce alla comprensione teorica di un aspetto molto complesso dell’esperienza umana, cioè l’essere coscienti di possedere un corpo. Anche una sensazione così radicata nella nostra autocoscienza come il fatto che il nostro corpo è uno e sempre lo stesso non ha, in realtà, una struttura unitaria e indivisibile, ma è il risultato di interazioni sensori-motorie complesse e intrinsecamente legate alla funzionalità composita dei sistemi di rappresentazione corporea.

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