Pubblicato il: 21/03/2019
Una delle immagini della mostra: un raduno di reduci "sansepolcristi" nel 1936

Una delle immagini della mostra: un raduno di reduci "sansepolcristi" nel 1936

Si intitola ”23 marzo 1919” la mostra che racconta - con testi e foto d’epoca - la nascita, a Milano, dei Fasci di combattimento, visitabile – sabato 23 marzo, dalle ore 15.30 alle 17 – presso la corte del Commissariato di Polizia di piazza San Sepolcro, prima di trasferirsi - dal 25 al 29 marzo - nel cortile di Palazzo Marino, in piazza della Scala.

Realizzata dalle studentesse e studenti nell’ambito delle attività didattiche del master di 1° livello in Public History, nato dalla collaborazione tra il dipartimento di Studi storici dell’Università Statale e Fondazione Feltrinelli, la mostra si inaugura in occasione dell’incontro Milano 1919: il tempo dello sbandamento e la nascita del Fascismo”, nell’ambito del progetto "Milano è memoria", aperto dai saluti di Lamberto Bertolè, presidente Consiglio comunale di Milano, Luca Gibillini del Gabinetto del Sindaco per il progetto "Milano è Memoria", Antonino De Francesco, direttore del dipartimento di Studi storici dell'Università Statale, Marilena Adamo, presidente Fondazione Milano, e Paolo Pezzino, presidente dell'Istituto Nazionale Ferruccio Parri.

L’esposizione ricostruisce le origini del fascismo, con particolare riferimento a Milano e all’arco di tempo che va dal novembre del 1918  sino al 23 marzo 1919, quando nel palazzo degli Esercenti, in piazza San Sepolcro, con l’adunata di oltre 500 reduci di guerra - tra loro Tommaso Filippo Marinetti - vennero fondati i Fasci di combattimento.

Un momento simbolo della storia italiana che,
negli anni successivi, il regime avrebbe considerato atto fondativo del fascismo, sebbene, come messo in evidenza dalla mostra 23 marzo 1919 , il raduno dei "sansepolcristi", come vennero poi chiamati, non lasciava intendere in quel momento che si trattasse di un passaggio storico. Quel giorno, però, il fascismo pose le sue basi nel contesto di una città, Milano, smarrita e drammaticamente provata dalla Prima Guerra Mondiale.

L’esposizione descrive quindi, con una serie di pannelli in cui le foto sono accompagnate da testi che illustrano i vari passaggi di quei mesi, l’inquietudine dell’Italia e di Milano nei mesi che seguirono la fine delle ostilità e suggerisce come il clima di disorientamento abbia favorito la nascita del fascismo che si sarebbe affermato solo negli anni successivi.
 

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Istituto nazionale "Ferruccio Parri", Fondazione Isec, Istituto lombardo di storia contemporanea, Fondazione Milano e Fondazione Anna Kuliscioff.

 

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