Pubblicato il: 28/06/2018
Traccia di impulso cardiaco

Una traccia di impulso cardiaco - Foto tratta dal sito Pixabay

Si chiama TRIPnano ed è un peptide, molecola formata da pochi aminoacidi ottenuta dalla riduzione di una proteina, capace di contrastare l'effetto provocato dall'adrenalina sull'accelerazione del battito cardiaco.

A mettere a punto questa nuova molecola, che apre a nuove prospettive terapeutiche per malattie come scompenso cardiaco e coronaropatia, un gruppo di ricercatori dell'Università Statale, guidato da Anna Moroni, docente di Fisiologia vegetale al dipartimento di Bioscienze.

Lo studio – pubblicato sulla rivista eLife – è stato condotto da Andrea Saponaro, giovane ricercatore del dipartimento di Bioscienze della Statale, in collaborazione con il laboratorio di Dario DiFrancesco, sempre del dipartimento di Bioscienze dell'Università Statale, il Centro Centro di Risonanze Magnetiche (CERM) dell'Università di Firenze, guidato da Lucia Banci, e i gruppi di Gerhard Thiel del Technische Universitaet di Darmstadt (Germania), di Matteo Mangoni dell'Institut de Génomique Fonctionnelle (IGF-CNRS) di Montpellier (Francia) e di Bina Santoro della Columbia University di New York.

Il peptide TRIPnano agisce in modo selettivo sui canali HCN, che incidono sull'automatismo del battito, impedendo la loro attivazione da parte dell'AMPc, un importante "secondo messaggero" la cui concentrazione viene regolata dall'adrenalina. Il TRIPnano consente così di non alterare la risposta di altri componenti cellulari importanti, come ad esempio i canali per il calcio, insistendo sui soli canali HCN.

La ricerca consente quindi di compiere un ulteriore passo avanti nella comprensione e nel controllo del ritmo cardiaco a livello molecolare e il TRIPnano si propone come un nuovo tool con potenzialità ancora da investigare nella gestione terapeutica dello scompenso cardiaco e della coronaropatia.

Lo studio è stato condotto nell'ambito di una ricerca sul controllo dell'attività dei canali ionici, finanziata da Fondazione Cariplo e dall'European Research Council, nell'ambito del programma Horizon 2020.

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