Pubblicato il: 18/01/2016

In occasione della seconda VQR, la Valutazione della Qualità della Ricerca che interessa tutti gli atenei italiani, Emericlub SPES, club informale dei professori emeriti della Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali della Statale, propone una giornata di riflessione sul tema

Ne discuteranno i maggiori esperti italiani, molti dei quali rivestono o hanno rivestito anche ruoli istituzionali di rilievo nel sistema della valutazione e più in generale nel sistema universitario.

In programma, nella sessione mattutina la potenzialità e i limiti della valutazione della ricerca nelle scienze sociali, economiche e giuridiche e sull’impatto della ricerca.

Nel pomeriggio, si parla di scienze sociali e valutazione delle politiche universitarie, del dibattito sulla valutazione nell’area giuridica e delle discipline economico-aziendali come pontre tra le scienze dure e le aree umanistiche.

La valutazione della ricerca scientifica è ormai diventata una prassi diffusa in tutti i Paesi europei.

Ma uno dei maggiori problemi nel comparare i risultati delle diverse aree scientifiche è la specificità delle scienze sociali - intese nell’ampia accezione anglosassone che vi comprende anche quelle economiche e giuridiche - rispetto sia alle cosiddette "scienze dure" sia alle discipline umanistiche.

Da un lato sono differenti i modi di organizzare il lavoro di ricerca empirica, di diffonderne i risultati, di citarne i prodotti. Dall’altro è differente il pubblico a cui solitamente si rivolgono, al di là della comunità accademica di riferimento: non un pubblico di lettori generici, né di imprenditori che traducano la nuova conoscenza in innovazione economica, ma la vasta rete dei policy-makers.

Al tempo stesso, le scienze sociali in senso lato sono anche internamente eterogenee, in particolare nel grado di orientamento a una professione e nel grado di internazionalizzazione. Questi elementi di specificità rispetto alle altre discipline e di eterogeneità interna pongono il problema di individuare i metodi più idonei per valutarne i prodotti di ricerca.

E’ un problema che emerge in modo particolarmente netto nelle ex Facoltà di Scienze politiche, in cui convivono molte discipline diverse. Ciò contribuisce ad alimentare le critiche alle modalità di valutazione della ricerca, sia questa condotta con criteri bibliometrici sia mediante peer review.

Critiche che in Italia vengono spesso utilizzate per contestare anche i risultati della valutazione, e che si estendono talvolta ai suoi stessi obiettivi e al suo utilizzo come strumento di governance del sistema universitario.

4 febbraio, ore 10, Sala Lauree, via conservatorio 7

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