Pubblicato il: 16/07/2018
Atomo

Ricostruzione in vettoriale dell'interno di un atomo - Foto tratta da Pixabay

C'è anche DISORDER, progetto di Università Statale di Milano e Weizmann Institute of Science di Rehovot (Israele), tra i vincitori del bando 2017 del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per la cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele.

Coordinato da Stefano Zapperi, docente di Fisica e direttore del Center for Complexity & Biosystems (CC&B) dell'Università Statale, in collaborazione con Itamar Procaccia, docente di Chimica fisica del Weizmann Institute of Science, entrambi vincitori di un prestigioso Advanced Grant dell'European Research Council, DISORDER studierà la complessità nei materiali disordinati, o anche detti solidi amorfi - polimeri, gel e vetri metallici senza la struttura ordinata tipica dei cristalli - utilizzando i metodi della Fisica teorica, per affrontare un problema di frontiera con importanti ricadute per lo sviluppo di materiali avanzati.

L'apparente disordine dei solidi amorfi è in realtà regolato da precise leggi matematiche. L'uso di simulazioni numeriche e metodi statistici consente quindi di studiarne le proprietà meccaniche, magnetiche e termiche, oltre a caratteristiche come la duttilità e la durezza, che sono mutualmente esclusive. Il diamante, per esempio, è uno dei materiali più duri ma non ha la stessa capacità di deformarsi senza rompersi che hanno le leghe metalliche, le quali però non hanno la sua stessa durezza.

"Durante il ventesimo secolo si sono fatti passi da gigante nell'elettronica e nella scienza dei materiali grazie alla profonda comprensione raggiunta sulle proprietà dei solidi cristallini" - spiega Stefano Zapperi. "In questo secolo la frontiera della conoscenza è rappresentata dai materiali amorfi e disordinati. Materiali duri come i vetri, o soffici come le schiume e i gel, hanno strutture apparentemente molto simili ma risposte meccaniche estremamente diverse. Comprendere come la microstruttura influenza la deformazione e rottura di questi materiali è l'obiettivo principale del progetto. La sinergia con il partner israeliano potrebbe aprire nuove prospettive dal punto di vista della ricerca, oltre che creare opportunità di scambio per i giovani ricercatori del gruppo".

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