Diritto della cooperazione giudiziaria europea in materia penale

A.A. 2020/2021
6
Crediti massimi
42
Ore totali
SSD
IUS/14
Lingua
Italiano
Obiettivi formativi
L'insegnamento di diritto della cooperazione giudiziaria europea in materia penale si pone i seguenti obiettivi formativi:
1.Fornire agli studenti un quadro completo e aggiornato di conoscenze relative ai principali istituti della cooperazione giudiziaria penale, rilevando la stretta correlazione che esiste tra il rafforzamento di tale forma di cooperazione e la libera circolazione delle persone nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia.
2.Sviluppare negli studenti la capacità di rielaborazione in chiave critica dei principi e delle norme giuridiche. Lo studente deve dimostrare di applicare tali nozioni ai principali testi elaborati dalle istituzioni nella materia oggetto di esame e soprattutto alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea e nazionale (specie della Corte costituzionale e di Cassazione) rilevante.
3.Maturare negli studenti un'autonoma competenza di giudizio, mediante l'elaborazione di argomentazioni giuridicamente sostenibili con riferimento alle tematiche oggetto dell'insegnamento corso.
4.Far acquisire padronanza della terminologia giuridica specifica. Lo studente deve dimostrare di saper esprimere le conoscenze con correttezza, coerenza e proprietà di linguaggio;
5.Sviluppare la capacità di apprendimento autonomo degli studenti, in modo tale che, una volta acquisiti gli strumenti di base, sappiano provvedere all'aggiornamento delle proprie conoscenze, applicando, anche nel contesto nazionale, il quadro normativo e giurisprudenziale di riferimento.
6.Fornire agli studenti nozioni e competenze utili in chiave interdisciplinare, in funzione dei successivi esami previsti dal corso di studi;
7.Dotare gli studenti di un quadro di nozioni funzionali ai principali sbocchi professionali e lavorativi della facoltà, specie a quelli che presuppongono nozioni in materia penale e processuale penale, per i quali la conoscenza delle fonti UE in tema si impone come requisito necessario.
Risultati apprendimento attesi
Al termine dell'insegnamento corso, lo studente dovrà aver acquisito: (i) una buona conoscenza e comprensione dei principali istituti in tema di cooperazione giudiziaria penale tra gli Stati membri; (ii) la capacità di analisi critica e di rielaborazione delle nozioni acquisite, nonché di applicazione delle stesse a fattispecie concrete; (iii) la capacità di interpretare le norme giuridiche esaminate nell'insegnamento corso e di assumere posizioni argomentate e giuridicamente sostenibile con riguardo alle tematiche oggetto di discussione; (iv) la padronanza della terminologia giuridica afferente alla sfera del diritto dell'Unione europea e, più strettamente, all'ambito della cooperazione giudiziaria in materia penale.
Corso singolo

Questo insegnamento non può essere seguito come corso singolo. Puoi trovare gli insegnamenti disponibili consultando il catalogo corsi singoli.

Programma e organizzazione didattica

Edizione unica

Responsabile
Periodo
Primo semestre
Il corso si svolgerà in presenza, con registrazione sulla piattaforma MS Teams in modalità sincrona, così da consentire anche la partecipazione da remoto. Proprio perché registrate, le lezioni saranno disponibili anche in modalità asincrona (sempre sulla stessa piattaforma).
Per ulteriori aggiornamenti consultare la pagina Ariel del corso.

Il programma, il materiale di riferimento e le modalità di verifica dell'apprendimento, così come i criteri di valutazione degli studenti, restano invariati.
Si sottolinea, tuttavia, che gli studenti frequentanti in modalità sincrona saranno più spesso coinvolti nel corso delle lezioni, non solo tramite l'esposizione di casi, ma anche con la discussione di materiali, previamente condivisi e reperibili sulla piattaforma Ariel.
Indicazioni più precise quanto allo svolgimento degli esami (online o in presenza) saranno comunicate su Ariel non appena si riceveranno indicazioni dall'Ateneo.

Programma
L'insegnamento si propone di fornire una conoscenza approfondita di un settore del diritto dell'Unione europea ormai divenuto centrale per l'approfondimento del processo di integrazione, espressione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, di cui, oggi, al titolo V della parte III del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE). Si tratta della cooperazione giudiziaria in materia penale, istituzionalizzata dal trattato di Maastricht nell'allora c.d. terzo pilastro dell'Unione europea, e poi "comunitarizzata" dal trattato di Lisbona.
Nella prima parte dell'insegnamento corso, l'attenzione sarà focalizzata sui meccanismi di cooperazione giudiziaria penale che trovano oggi base giuridica nell'art. 82 TFUE, con particolare riguardo allo strumento del riconoscimento reciproco delle decisioni penali e alle modalità di risoluzione dei conflitti di giurisdizione, nonché a quello del ravvicinamento delle legislazioni processuali nazionali, specie mediante la predisposizione di norme minime inerenti ai diritti della persona (indaga-ti/imputati e vittime di reato). Un esame particolare sarà dedicato al principio del ne bis in idem e alla decisione quadro 2009/948/GAI sulla prevenzione e risoluzione dei conflitti di giurisdizione, non-ché alla decisione quadro 2002/584/GAI sul mandato di arresto europeo e alla decisione quadro 2008/909/GAI sul riconoscimento delle sentenze che irrogano pene detentive. Saranno quindi esaminate le direttive elaborate dal legislatore dell'Unione a tutela dell'indagato e dell'imputato nei procedimenti penali (a partire dalla direttiva 2010/64/UE sul diritto all'interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali, sino alla più recente direttiva UE 2016/1919 sull'ammissione al patrocinio a spese dello Stato per indagati e imputati) e quelle a tutela della vittima di reato (in particolare la direttiva 2012/29/UE e la direttiva 2004/80/CE).
Nella seconda parte dell'insegnamento corso, ci si concentrerà sulle forme di cooperazione di cui all'art. 83 TFUE, ovvero sul ravvicinamento delle legislazioni penali sotto il profilo sostanziale, an-che con riguardo alle possibilità offerte, a seguito delle modifiche apportate dal trattato di Lisbona, dal par. 2 di tale disposizione, che legittima l'adozione - da parte delle istituzioni - di norme minime in tema di elementi costitutivi di reati e sanzioni, per rendere effettiva una qualsiasi politica dell'Unione che sia stata previamente oggetto di armonizzazione (si pensi, ad esempio, agli interventi in tema di protezione degli interessi finanziari dell'Unione). Infine, si esamineranno luci e ombre del processo istitutivo della Procura europea, in attuazione della previsione di cui all'art. 86 TFUE.
Prerequisiti
L'insegnamento è indirizzato agli studenti che abbiano superato l'esame di diritto dell'Unione europea e, preferibilmente, quello di diritto processuale penale.
Metodi didattici
L'insegnamento viene erogato principalmente mediante lezioni frontali tenute dal docente. Le lezioni offrono un quadro completo degli argomenti indicati nel programma; la frequenza permette di sviluppare le competenze e offrire le conoscenze necessarie ai fini del proficuo superamento della prova d'esame.
Potranno essere invitati a tenere alcune lezioni dell'insegnamento docenti di altri corsi, esperti o professionisti del settore, in modo tale da offrire agli studenti frequentanti ulteriori contributi o spunti di interesse.
Agli studenti frequentanti sarà chiesto di esaminare il contenuto di alcune sentenze della Corte di giustizia, della Corte costituzionale o della Corte di Cassazione e di presentarne un'esposizione orale in aula, durante una successiva lezione. L'esposizione sarà oggetto di una valutazione sintetica da parte del docente - tenuto conto della completezza, della pertinenza, della correttezza della relazione svolta - e assume rilievo ai fini della valutazione finale.
Materiale di riferimento
E. KOSTORIS (a cura di), Manuale di procedura penale europea, Milano, 2017 o ultima edizione disponibile;
C. AMALFITANO, Commenti agli artt. 82-83 TFUE, in A. Tizzano (a cura di), Fonti del diritto - Trattati dell'Unione europea, Milano, 2014.
I testi consigliati costituiscono una base di lavoro utile, ma non sufficiente. La preparazione dell'esame si fonda infatti, in primis, sul contenuto delle lezioni e sul materiale (sia normativo, sia giurisprudenziale) distribuito durante il corso. Tali considerazioni inducono a ritenere consigliata la frequenza dell'insegnamento.
Modalità di verifica dell’apprendimento e criteri di valutazione
La prova finale del profitto relativa all'insegnamento si svolge per tutti gli studenti - frequentanti e non - in un unico esame orale. La valutazione è espressa con un voto in trentesimi, con eventuale lode. I criteri per la valutazione della prova orale tengono conto della correttezza dei contenuti, della chiarezza argomentativa e delle capacità di analisi critica e di rielaborazione. Per i frequentanti, si tiene conto delle esposizioni svolte in aula durante il corso e della loro attiva partecipazione alle lezioni.
IUS/14 - DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA - CFU: 6
Lezioni: 42 ore
Docente/i
Ricevimento:
martedì 10.30-12.30 e (preferibilmente) su appuntamento (da concordare, previo invio e-mail a [email protected])
Sezione di diritto internazionale e dell'Unione europea del Dipartimento di diritto pubblico italiano e sovranazionale