Diritto romano progredito

A.A. 2021/2022
6
Crediti massimi
42
Ore totali
SSD
IUS/18
Lingua
Italiano
Obiettivi formativi
Il corso si propone - attraverso l'analisi di singole esperienze dell'antichità classica (dalla società persiana del VI sec. a.C. alla Roma del primo principato) - di sollecitare lo studente a una riflessione sul merito della permanenza della pena di morte in diversi ordinamenti giuridici moderni, tra cui importanti democrazie occidentali, sulla pericolosità della "morte inflitta dallo Stato attraverso il suo apparato giudiziario" come facile strumento di demagogia o di repressione del dissenso rispetto all'establishment politico-economico in atto in una determinata realtà geopolitica del mondo antico o contemporaneo. Esso mira perciò a offrire, grazie all'analisi delle modalità e delle forme di ricorso alla pena capitale in civiltà mediterranee d'età classica e in particolar modo a Roma dalle origini della città-stato fino al regno di Giustiniano, una dotazione storico-concettuale del futuro giurista intorno a problematiche e temi che hanno evidenti ricadute sull'ampiezza e sulla realizzazione effettiva dei diritti dell'uomo nei moderni sistemi costituzionali.
Risultati apprendimento attesi
- Conoscenza dei sistemi di repressione criminale succedutisi a Roma nel lungo arco della sua esperienza storica, con riferimento sia agli aspetti sostanziali della disciplina delle ipotesi criminose sia ai profili processuali concernenti le modalità d'intervento delle istituzioni pubbliche nella repressione e prevenzione dei crimina.
- Capacità di comprensione delle dinamiche storico-politiche che sottendono l'estensione graduale dell'intervento pubblico nella repressione dei reati capitali nel mondo romano, dall'età arcaica al regno di Giustiniano.
- Capacità di cogliere l'emersione già nell'esperienza romana di principi processuali e sostanziali in tema di repressione criminale, alcuni dei quali si possono assimilare per le istanze che vi appaiono sottese a principi odierni connessi con la salvaguardia dei diritti fondamentali dell'individuo (ius provocationis, ius exilii, appellatio ad Caesarem).
- Capacità di comprendere grazie allo studio dell'esperienza storica la pericolosità del ricorso istituzionale alla pena di morte per la sua facile predisposizione a divenire strumento di lotta politica e mezzo di propaganda demagogica di una fazione o gruppo politico all'interno della compagine statale.
- Capacità di distinguere le forme e le modalità di risposta all'esigenza di sicurezza sociale da quelle connesse con la salvaguardia dei diritti fondamentali dell'individuo.
- Capacità di svolgere estesa e organica discussione di casi concreti tratti dalle fonti, concernenti la commissione di reati con la conseguente punizione pubblica.
Corso singolo

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Programma e organizzazione didattica

Edizione unica

Responsabile
Periodo
Primo semestre

Programma
A. - Nozioni generali: Pena privata e pena pubblica. - La funzione della pena capitale tra sicurezza sociale e preservazione dell'assetto statuale esistente nelle diverse fasi storiche di Roma antica. - Lo "ius provocationis" e l' "exsilium". - L' "appellatio ad Caesarem". - Comminazione della poena capitis e funzionamento delle assemblee o organi deliberanti in tema di repressione capitale ("iudicia populi", "quaestiones perpetuae" e "cognitiones extra ordinem"). - "Carcer": la carcerazione preventiva e l'esecuzione della pena capitale. - La pericolosità sociale del reo nella percezione degli antichi. - Gli spazi urbani destinati allo "spettacolo" delle esecuzioni capitali. - Il significato del dileggio del cadavere del reo nelle società antiche.
B. Case studies: 1) lo squartamento di Méttio Fufezio e la violazione della "fides" verso i Romani. - 2) La morte di Turno Erdonio: un castigo emblematico per "soffocare" il dissenso. - 3) Casi di esecuzioni capitali cruente nella Persia degli Achemenidi (VI sec. a.C.) tra vendetta pubblica e repressione del dissenso. - 4) Palpebre recise e occhi perennemente sbarrati al sole: il supplizio di Attilio Regolo. - 5) La feroce soppressione in castris di Postumio Regillense e la pena del graticcio.
Prerequisiti
Per sostenere l'esame è necessario aver prima superato l'esame di Istituzioni di diritto romano.
Metodi didattici
Le attività didattiche consistono di 22 ore di lezione frontale e 20 di discussioni casistiche, con possibilità di esercitazioni e laboratori.
Materiale di riferimento
N. Donadio, "Documentum supplicii" e "documentum criminis". Il corpo del reo tra precetto e sanzione nel mondo antico, L'arte del diritto, Napoli, Jovene, 2017 (con esclusione del capitolo quinto, pp. 212-261, e dell'apparato di note bibliografiche);
oppure in alternativa
E. Cantarella, I supplizi capitali. Origini e funzioni delle pene di morte in Grecia e a Roma, Universale Economica Feltrinelli, Milano, 2005, limitatamente alla parte su Roma antica.
Modalità di verifica dell’apprendimento e criteri di valutazione
L'esame è in forma orale con voto espresso in trentesimi e consiste in un colloquio sul programma con tre domande a risposta aperta, di cui una su elementi istituzionali e due su discussione di casi.
Per i frequentanti è prevista la possibilità di svolgimento di una prova intermedia.
Per l'eventualità di mancato superamento dell'esame, ci si potrà ripresentare all'appello immediatamente successivo.
IUS/18 - DIRITTO ROMANO E DIRITTI DELL'ANTICHITA - CFU: 6
Lezioni: 42 ore
Docente: Donadio Nunzia
Docente/i
Ricevimento:
Giovedì 9.00-10.30
dipartimento di diritto privato e storia del diritto - 1 piano