Sistema museale di Ateneo

Dall’area scientifico-tecnologica e medica ai vari ambiti dell’area umanistica, i percorsi museali dell'Università degli Studi di Milano mostrano l'evoluzione di un sapere coniugato al plurale, aperto agli interessi culturali più diversi, di studiosi e appassionati. 

Eredità degli antichi istituti che hanno dato origine all’Ateneo ed espressione del percorso di conoscenza maturato in 100 anni di vita universitaria e cittadina, le collezioni dell'Università hanno uno speciale valore storico e documentario.

L'Università degli Studi di Milano ha pubblicato nel tempo una collana di volumi, caratterizzati da una veste grafica particolarmente raffinata, che illustrano profili della storia e del patrimonio artistico e scientifico dell'Ateneo.

In occasione delle celebrazioni per il Centenario dell’Ateneo è stato inaugurato il VUMM – Virtual UniMi Museum, una grande esposizione online con oltre 2.000 immagini digitalizzate che rende più accessibile lo straordinario patrimonio culturale dell’Università degli Studi di Milano.

Eventi
Art Week Milano 2024

Gli antichi cortili e l’ala moderna della Sede centrale dell’Ateneo - Ca' Granda - sono spazi di incontro e confronto tra culture, che in molteplici occasioni sono divenute spazi espositivi privilegiati, accogliendo artisti provenienti da tutto il mondo.

Lunedì 8 aprile ore 17:30, in occasione di Art Week Milano, è previsto un tour gratuito per scoprire questi luoghi che ospitano opere di arte moderna e contemporanea di grandi artisti: Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Adolfo Wildt, Mikayel Ohanjanyan.

 

Visita guidata gratuita su prenotazione, posti limitati. 

In occasione della Giornata Nazionale delle Università, indetta dalla CRUI il 20 marzo in coincidenza con la Giornata Internazionale della Felicità e all'interno della Settimana della Minerva, un periodo dedicato alla celebrazione del sapere e dell'istruzione, la Statale apre le porte della sua sede storica per una giornata di visite guidate per scoprire la storia della magnifica Ca' Granda, sede dell'Università Statale, nonché le opere d'Arte Moderna e Contemporanea in essa conservate.
Il percorso si snoderà dal seicentesco Cortile del Richini attraverso gli antichi chiostri alla scoperta di straordinarie opere di arte moderna: dalla iconica Minerva di Lucio Fontana, all’opera di Jannis Kounellis, all'imponente Sant'Ambrogio di Adolfo Wildt.

Sono previste visite di circa 45 minuti alle ore 10:00, 15:00, 16:00 e 17.00

Le visite guidate sono gratuite e su prenotazione tramite apposito link, fino ad esaurimento posti disponibili.

 

Percorsi guidati alla scoperta della Sede dell'Università degli Studi di Milano

"I giovedì in Ca' Granda" è una iniziativa rivolta ai cittadini e ai turisti prevista il primo e il terzo giovedì del mese alle 17, a partire dal 18 maggio 2023, data della Giornata Internazionale dei Musei di ICOM.

Durante questi percorsi guidati in piccoli gruppi, il pubblico cittadino e i turisti avranno l'opportunità di scoprire la storia della magnifica Ca' Granda, sede dell'Università, in via Festa del Perdono 7, nonché le opere d'Arte Moderna e Contemporanea in essa conservate.

  • Primo giovedì del mese: percorso di visita al Patrimonio Storico-Architettonico (durata 60’ circa)

L'itinerario guidato, realizzato in collaborazione con il laboratorio “La Ca' Granda dei Milanesi, formazione all’itinerario di visita" del Prof. Folco Vaglienti, si snoderà dal seicentesco Cortile “del Richini”, attraverso gli antichi chiostri.

  • Terzo Giovedì del mese: percorso di visita alle opere di Arte Moderna e Contemporanea (durata 40’ circa)

Tour alla scoperta delle opere di arte moderna e contemporanea custodite in Ca’ Granda, dalla iconica Minerva di Lucio Fontana, all’opera di Jannis Kounellis nell’atrio del settore didattico, all'imponente Sant'Ambrogio di Adolfo Wildt.

Calendario delle visite guidate del 2024

Data Orario Percorso

11/01/2024

01/02/2024

04/04/2024

06/06/2024

04/07/2024  

ore 17:00    Percorso guidato storico-architettonico
     

18/01/2024

15/02/2024

18/04/2024

16/05/2024

20/06/2024

18/07/2024

ore 17:00 Percorso guidato alle opere di arte moderna e contemporanea

 

Le visite guidate sono gratuite e su prenotazione, fino ad esaurimento posti disponibili.

È possibile iscriversi a partire dal giorno 20 del mese precedente (o se festivo il 22) a quello della visita.

 

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In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, il 24 settembre 2023 l’Università degli Studi di Milano organizza delle visite guidate dell’edificio storico della Ca’ Granda. Durante le visite guidate, si avrà l’opportunità di conoscere più da vicino la storia di questo magnifico edificio rinascimentale che, dal Secondo dopoguerra, è la Sede centrale dell’Università degli Studi di Milano.

L’itinerario si snoderà attraverso il seicentesco Cortile “del Richini”, i quattrocenteschi chiostri e altri luoghi, dove sarà anche possibile ammirare importanti opere d’arte moderna e contemporanea, come il Sant’Ambrogio di A. Wildt, la Minerva di L. Fontana, "Senza titolo, 2005" di J. Kounellis e "Prospettiva Introversa #11" di M. Ohanjanyan. Un Patrimonio, quello dell’Università degli Studi di Milano, in continuo dialogo con la vita universitaria.

Un Patrimonio ancor più valorizzato grazie all’innovativo percorso di visita con didascalie dotate di QR Code connesse con il VUMM - Museo Virtuale dell’Università degli Studi di Milano.

Domenica 24 settembre 2023 sono previste visite guidate della durata di un’ora circa alle ore 10:00, 11:00, 14:00, 15:00, 16:00, 17:00.

opera contemporanea

L’Università degli Studi di Milano partecipa a MuseoCity 2024 con visite guidate dell’edificio storico della Ca’ Granda, in Via Festa del Perdono 7.

Durante le visite, si avrà l’opportunità di conoscere più da vicino la storia di questo magnifico edificio rinascimentale e il patrimonio artistico moderno e contemporaneo in esso conservato.

I cortili della Università degli Studi di Milano sono spazi di incontro e confronto tra culture di tutto il mondo e in molteplici occasioni sono divenuti spazi espositivi privilegiati, accogliendo artisti internazionali, come Mikayel Ohanjanyan.

Nel 2016, nell’ambito di un progetto di Ateneo, vennero esposte alcune sue istallazioni site specific nel seicentesco Cortile d’onore dell’Ateneo e, lo stesso artista, donò l’opera “Prospettiva introversa #11”.

Si tratta di una scultura in ferro, filo di poliestere e gesso, nella quale convivono armoniosamente concetti contrapposti: peso e leggerezza, staticità e dinamismo, interno ed esterno, e  dove i vuoti creano un contrappunto impalpabile tra la materia tangibile delle corde e del cubo bianco sospeso in equilibrio al centro di una struttura metallica irregolare. Concetti diametralmente opposti che si fondono in un’unica opera dando vita a una scultura armoniosa ed equilibrata. Cambiando punto di vista, l’osservatore può apprezzare l’opera in tutte le sue sfaccettature, rimanendo stupito della facilità con cui   elementi e concetti così diversi possano convivere: che noi interpretiamo come metafora della vivace e stimolante vita universitaria.

 

Le visite guidate sono gratuite e su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili.

 

Venerdì 01/03 ore 15:30, ore 17:00

Sabato 02/03 ore 10:00, ore 11:00, ore 15:00, ore 16:00

Lunedì 04/03 ore 15:00, ore 16:00, ore 17:00

Collezioni e raccolte museali

Il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense, Labanof, ricostruisce e analizza resti scheletrici, usando gli strumenti dell’antropologia, della medicina legale, della patologia, dell'archeologia e delle scienze naturali e biologiche.

I resti umani, non reclamati, su cui lavora sono sia storici che recenti e provengono da scavi archeologici, da cimiteri o da contesti legati a crimini.

Si tratta di un lavoro importante - sia scientifico che didattico - su materiali che, nel rispetto della loro umanità, diventano fonti di informazione e strumenti per la difesa dei diritti umani, la corretta applicazione della giustizia e la riscoperta della nostra storia.

Il Laboratorio custodisce la più grande raccolta al mondo di resti scheletrici moderni identificati: la Collezione Antropologica Labanof, CAL, che conta più di 2000 scheletri moderni e oltre 300 antichi.

Custodita ​​​​presso la Sezione di Medicina legale del Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano, la CAL è stata riconosciuta per la sua unicità come Raccolta Museale dalla Regione Lombardia.

La mission di questo Museo è diffondere il ruolo e l’importanza delle scienze mediche, antropologiche e forensi nella lotta alla violenza e nella tutela dei diritti umani.

Le discipline protagoniste del MUSA sono quelle che si occupano di studiare il corpo umano in tutte le sue forme, per ricostruire un passato, remoto o recente, attraverso l’esame del cadavere, dello scheletro, ma anche del vivente.

Sotto la lente della scienza, i lividi su un corpo rivelano il maltrattamento di un bambino, le ossa restituiscono l’identità di un cadavere senza nome, residui di sparo e fibre ricostruiscono le dinamiche di un omicidio.

Con queste discipline riusciamo non solo a proteggere le vittime di oggi e a fare prevenzione, ma anche ad aiutare ad amministrare la giustizia e a ricostruire chi eravamo in tempi antichi, per capire meglio la traiettoria di fenomeni sociali come la violenza e la discriminazione.

Molti sanno che la medicina e le discipline scientifiche curano le infezioni, i tumori e molte altre malattie, ma pochi conoscono il ruolo fondamentale che queste stesse hanno nel contrastare le violazioni dei diritti umani. Questa è la lacuna che il MUSA vuole colmare.

Nata nel 1934 grazie ad Achille Vogliano e agli scavi tra le rovine di Tebtynis e a Medînet Mâdi, in Egitto, la Collezione ha ripreso a svilupparsi alla metà degli Anni Sessanta, con la riapertura del cantiere di Medînet Mâdi

Nel 1992 ha acquisito il prezioso rotolo del III sec. a.C. che ha fatto riscoprire Posidippo di Pella, uno dei poeti più significativi della prima età ellenistica.

La collezione è una delle poche al mondo a disporre di tutte le edizioni finora stampate di papiri e ostraka greci e latini.

Comprende quasi 1400 papiri in greco, un centinaio in ieratico e demotico, alcune decine in copto e una cinquantina in arabo, databili fra il III sec. a.C. e l’XI sec. d.C., oltre a 200 ostraka (greci, demotici e copti), una ventina di tavolette lignee e cerate, un mannello di carte arabe e un rarissimo osso scritto. 

Costituita per conservare i reperti che l’esploratore e geologo Ardito Desio riportava dalle sue spedizioni extraeuropee a partire dagli anni Cinquanta, la raccolta si è  continuamente ampliata grazie ai reperti provenienti da attività di ricerca scientifica in Italia e all'estero e rappresenta oggi un riferimento importante per gli specialisti. 

Le collezioni più significative sono rappresentate dalle migliaia di campioni micropaleontologici, dagli ammonoidi del Triassico e del Giurassico, dai Brachiopodi del Permiano dell’Asia, dai molluschi plio-pleistocenici italiani.

"Pomona artificiale" è il nome che Francesco Garnier-Valletti, uno degli ultimi ceroplasti che nel secolo scorso si cimentarono nella riproduzione a scopo scientifico e documentario di modelli di fiori e frutti, aveva dato alla sua opera: migliaia di modelli perfettamente simili agli originali non solo nella forma e nel colore, ma anche nel peso.

Il "segreto" di Garnier, stava nell'aver ideato un materiale che, ammorbidito a caldo, poteva essere lavorato, lisciato, plasmato e saldato ma che, una volta raffreddato, acquistava la consistenza e la resistenza del gesso senza averne la fragilità e il peso.

La collezione Garnier Valletti è conservata presso il Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali e consiste in  1600 modelli di varietà di frutti e uve riprodotte.

Alla raccolta è dedicato un bellissimo catalogo corredato dalle annotazioni, dai disegni (oltre 12.000) e dagli appunti dello stesso Garnier Valletti - conservati all'Accademia di Agricoltura di Torino - che documentano nomi, qualità, stagione di produzione e proprietà organolettiche dei frutti riprodotti.

La documentazione della Clinica del Lavoro “Luigi Devoto”

Prevalentemente bibliografica, la collezione testimonia l’avvio di istituzioni di ricerca e cura che ancora oggi operano sul territorio.

Sezione di Medicina del Lavoro
Via S. Barnaba, 8 – 20122 Milano
Tel. 02 50320106
[email protected]

Strumentazioni e materiali medici

La collezione comprende materiali e strumenti d’interesse prevalentemente ostetrico che risalgono alla fine del Settecento e agli inizi dell'Ottocento.

 

Raccolta di ceroplastiche
Conservata nella Clinica Dermatologica del Dipartimento di Scienze della salute, documenta lo sviluppo di una tradizione di rappresentazione di patologie a scopo didattico, di origine tardo-settecentesca.

Clinica Dermatologica
Via della Pace, 9 – 20122 Milano
Tel. 02 50320776
Fax. 02 50320779
[email protected]

Il Fondo Alfieri, confluito nel Centro APICE, è stato acquisito dall'Università Statale nel 1953.

Il fondo comprende circa 5600 volumi, un migliaio di opuscoli e altrettanti numeri di periodici del medico e bibliofilo Emilio Alfieri (Milano 1874-1949), che nel 1927 fu alla direzione della Clinica ostetrico-ginecologica di Milano come successore di Luigi Mangiagalli, fondatore e primo rettore dell’Università degli Studi.

Il Museo Anatomico di Scienze veterinarie  - conserva oltre 1.500 preparati di speciale pregio, relativi a mammiferi e uccelli domestici.

Di particolare interesse sono le statue miologiche e i preparati mummificati.

Notevole è anche la collezione di ferri e strumenti chirurgici storici e i reperti e preparati istologici collezionati a partire dalla metà dell'Ottocento.

Comprendono i fondi di cinque grandi egittologi del XIX e XX secolo:

  • Auguste Mariette, del quale sono conservate 135 lettere del 1850-51 con copie di testi geroglifici e relativi commenti

  • Heinrich Brugsch

  • Victor Loret, tra i cui manoscritti spiccano quelli relativi agli scavi di Saqqara, al Museo di Boulaq, oltre che a note, disegni, piante e acquerelli sulla Valle dei Re e il giornale di scavo delle tombe di Thutmosi III e Amenhotep II

  • Alexandre Varille, nella cui biblioteca ai volumi di particolare pregio - come quelli cinquecenteschi di Mercati o settecenteschi di Norden - si aggiungono i ricchissimi archivi contenenti oltre 40.000 fotografie, antiche e moderne, di siti egiziani 

  • Elmar Edel, nel cui fondo si trovano centinaia di fogli di appunti, soprattutto filologici, oltre a disegni, fotografie, fac-simile di iscrizioni e circa 300 lettere.

A questi si è aggiunta nel 2007 la donazione dell’egittologo americano William Kelly Simpson di cui attualmente è disponibile l’epistolario.

Sui materiali degli archivi, e in particolare sui giornali di scavo di Victor Loret, l’Università di Milano ha pubblicato nel 2004 un volume ricco di fotografie dal titolo: La valle dei re riscoperta. I giornali di scavo di Victor Loret (1898-1899) e altri inediti.

Nato nel 2004, il Museo comprende materiali provenienti da collezioni che risalgono fino agli anni 40 del secolo scorso, grazie a Emanuele Grill - l’allora direttore dell’Istituto di Mineralogia.

Fu Grill infatti ad acquistare, nel 1937,  la collezione di minerali e rocce appartenente agli eredi di Eugenio Bazzi, nota in tutto il mondo scientifico, che costituisce ancora il nucleo più importante del Museo.

Le collezioni si ampliano negli anni 60, con l’allestimento di una raccolta regionale alpina e una di pietre dure sintetiche e naturali - sia grezze che tagliate - oltre all’incremento di campioni di rocce, rappresentativi dei principali litotipi presenti in Italia e in altre aree del mondo.

Risalgono ai primi anni 60 anche l’acquisizione di una collezione di campioni di pietre ornamentali usate per l’edilizia, e l’allestimento di una vasta collezione di campioni di interesse giacimentologico provenienti da tutto il mondo.

Le collezioni 

  • mineralogia
    circa 10.000 campioni di minerali (1.400 esposti)

  • gemmologia
    circa 300 campioni di gemme naturali e sintetiche (250 esposti)

  • petrografia
    circa 30.000 campioni di rocce (1.000 esposti)

  • giacimentologia
    circa 3.000 campioni di interesse giacimentologico (900 esposti).

Le vetrine espongono materiali didattico-museali come le strutture atomiche di minerali e modelli di poliedri cristallini, strumenti scientifici di interesse storico, un pregevole patrimonio librario di antiquariato, carte geologiche e tavole didattiche d’epoca.

Per l’importanza del patrimonio scientifico-culturale conservato, le collezioni sono state riconosciute come Raccolta Museale dalla Regione Lombardia.

Nato nel 1994, il Museo didattico di Zoologia ha una collezione  storica di:

  • circa 200 tavole parietali ad argomento zoologico
  • un centinaio di scatole entomologiche dei primi del Novecento
  • libri didattici e modelli anatomici

il Museo conserva anche strumenti fotografici e ottici, tra cui il Microscopio elettronico a trasmissione Siemens Elmiskop 101.

Collezione dei materiali storici ereditati dalla Regia Scuola Superiore di Agricoltura che, a fine Ottocento, inizia ad affrontare studi organici di entomologia di base e applicata e a impartire i primi corsi di insegnamento di apicoltura, di entomologia e di bachicoltura, materia di grande interesse, all’epoca, data la forte presenza regionale della produzione di seta naturale.

Tra le raccolte conservate - oltre a volumi, trattati e monografie del Settecento e dell’Ottocento - spiccano le tavole parietali, i modelli in cartapesta di bachi da seta, le scatole entomologiche e collezioni di altri insetti, come quella coleotterologica Tirelli a quella afidologica Del Guercio.

Museo Orti Botanici della Statale

Il sistema museale di Ateneo include i tre orti botanici di Brera, Città Studi e G. E. Ghirardi di Toscolano Maderno (BS).

Poli di ricerca e didattica gli orti sono diventati per il territorio oasi verdi e punti di riferimento importanti grazie alle diverse attività sociali e di divulgazione scientifica e culturale che propongono durante tutto l'anno.

Gli orti botanici di Ateneo sono come musei viventi a cielo aperto, capaci di offrire ai visitatori emozioni e sorprese in ogni stagione.  

Mostre, Archivi e fondi rari

Inaugurata nel 2016, con la prima personale milanese di Mikayel Ohanjanyan, "La Statale arte" conferma la vocazione dell’Ateneo a essere un luogo aperto alla città, un’agorà nel cuore di Milano, spazio dialogico attivo per la riflessione sulla contemporaneità.

In mostra, per le personali del progetto “La Statale arte”, si susseguono Nanda Vigo e Paolo Icaro, sempre con opere site specific realizzate appositamente gli splendidi spazi architettonici concepiti a metà del Quattrocento dal Filarete, che il progetto considera luogo privilegiato di “conversazione” tra l’arte storica monumentale e le interpretazioni del presente.

Nel progetto "La Statale Arte" c’è anche la realizzazione di una galleria permanente che a oggi comprende le opere lasciate all’Ateneo da Ohanjanyan e Vigo in mostra nella Sala Crociera di via Festa del Perdono, e l’imponente opera di Jannis Kounellis che si aggiunge alle importanti testimonianze di arte del Novecento - da Wildt a Fontana - già presenti nella storica sede della Ca’Granda.

Sono molte le collezioni dell’Università Statale di Milano e tutte collocate in spazi diversi - dalla sede storica di via Festa del Perdono, alle sedi dei vari dipartimenti.

Per renderle disponibili al pubblico, l’Ateneo sta costruendo un percorso virtuale che, oltre al loro valore storico e scientifico si in grado di restituirne anche la bellezza.

Parte di questo patrimonio è già stato oggetto di una esposizione reale nel 2004 quando, in occasione degli ottant’anni dalla fondazione dell’Ateneo, costituì l’oggetto della Mostra “Il Tesoro della Statale”,  e del pubblicato da Skira, dal titolo: Il tesoro della Statale. Collezioni e identità di un grande Ateneo.

Simmetrie, giochi di specchi

Ospitata dal Dipartimento di Matematica "F. Enriques" la mostra interattiva permette di sperimentare il tema matematico della simmetria attraverso la ricostruzione di tutti i gruppi bi- e tri-dimensionali generati da riflessioni.

 

Matematita
Sempre in tema di comunicazione della matematica, la Statale è parte del Centro Matematita, curato dal Centro Interuniversitario di Ricerca per la Comunicazione e l'Apprendimento Informale della Matematica, che progetta realizza e diffonde prodotti di carattere divulgativo (mostre, libri, riviste, materiale multimediale) e ne studia i livelli di impatto.